• Uno sguardo al Cielo

    " LA PROVA DELL'ASSENZA DI PROVE " Confronto con VINCENZO SINAPI su " UFO - I DOSSIER ITALIANI " a cura di Francesca Abate (Polvere di Stelle), Alessandro Novelli e Tiziano Farinacci ( ITALIAN RESEARCH )


    In seguito alla pubblicazione del volume "UFO - I dossier italiani" (Ugo Mursia Editore) a cura dei giornalisti Lao Petrilli e Vincenzo Sinapi, si è creata (nell’ambiente “ufologico”) maretta tra coloro che approcciano alla “materia” con spirito fertile nei confronti di chi si diletta a spargere semi marci (in un terreno già arido di suo), e chi adotta un metodo più attento e razionale.
    Da esponenti consapevoli della seconda “categoria”, abbiamo avuto modo di organizzare un confronto con Vincenzo Sinapi, uno degli autori, a cui abbiamo rivolto alcune domande volte a comprendere le dinamiche che hanno permesso loro di proporre determinati file, nonché lo stimolo intellettuale (ove presente) che avrebbe spinto i due stimabili giornalisti (estranei all’argomento) a insinuarsi nelle maglie della controversa tematica ufologica, diffondendo al grande pubblico una raccolta “nuda e cruda” delle segnalazioni UFO dell'Aeronautica Militare, dal 1972 ai nostri giorni.
    La curiosità che ci ha spinto ad intavolare questo confronto con Vincenzo Sinapi è scaturita dalla totale assenza delle “soluzioni” che l’Ufologia “sana” ha riconosciuto ed attribuito a numerosi casi presenti nel dossier in questione.
    Il confronto in questione è stato reso possibile dalla collaborazione, in unione di intenti, di due realtà del panorama ufologico indipendente italiano:
    Polvere di stelle e Italian Research.


    Innanzitutto. Chi è l’autore?
    Vincenzo Sinapi nasce a Spoleto nel 1963.
    E’ caporedattore aggiunto alle Cronache italiane dell'agenzia
    ANSA.
    Dopo essersi occupato per un decennio di inchieste giudiziarie e grandi processi, dal 1998 ha iniziato a scrivere di difesa e sicurezza, seguendo da vicino le attività dei militari italiani «fuori area». Tra i riconoscimenti, quello del
    Concorso internazionale Giornalisti del Mediterraneo.
    Da appassionati alla materia ufologica, nell’approcciare la “situazione” creatasi da questo
    libro, abbiamo scelto la via che riteniamo più saggia:
    - Leggere il libro
    - Cercare l’interpretazione “autentica” dell’autore, nella fattispecie uno dei coautori.
    - Agire liberi da preconcetti nell’intento di appurare la realtà dei fatti.
    L’idea che ci è rimasta è senz’altro la constatazione che gli autori non hanno affrontato l’argomento con finalità tesa al produrre l’ennesimo “libro” di parte, avvalorante improbabili tesi, arbitrarie e prive di collegamenti sinaptici (ma per alcuni seducenti) di certe presenze “Aliene” in Italia, porzione del pianeta Terra.
    Gli autori, giornalisti professionisti, dai curricula di tutto rispetto, hanno semplicemente colto l’occasione che il lavoro di giornalisti presuppone:
    Portare a conoscenza del pubblico, in questo caso, i resoconti ufficiali dei “verbali” aventi ad oggetto gli avvistamenti di fenomeni/oggetti/manifestazioni ritenute inspiegabili, “strani”, degni di nota, da parte di cittadini, folli o civici (non importa) presso le istituzioni, nella fattispecie addetti di Pubblica Sicurezza (Carabinieri), nonché fenomeni avvistati da piloti militari (e non) che ne hanno fatto rapporto.
    Ma perché questi “incartamenti” sono stati concessi a Sinapi e Petrilli e non a noi, dopolavoristi ufologi da forum? Non avremmo meritato la priorità?
    Semplice! Hanno richiesto questo materiale prima di chiunque altro, certamente agevolati dall’aver “incrociato” il Capo di Stato dell'Aeronautica Maggiore dell'epoca, e forti delle serie credenziali professionali che accompagnavano i loro nomi.
    Al contrario, L’AM (
    Aeronautica Militare) avrebbe evitato di concedere tale materiale ad ufologiche interpretazioni visti i precedenti usi “sensazionali” praticati da “qualcuno” in passato.
    E come dargli torto?
    A ben vedere, il “sapore” che rimane in bocca è l’ennesima sconfitta dell’ufologia, sia attiva che passiva.
    Dall’intervista/confronto emergono chiari i motivi per cui l’AM abbia privilegiato la divulgazione di determinati “dati” a giornalisti professionisti piuttosto che darli in “pasto” ad una comunità, non scientifica, si arroga la presunzione, senza possederne le competenze, di stabilire la reale natura di fenomeni più o meno atipici/anomali… come provare la medesima stima riconosciuta a Sinapi e Petrilli per chi da anni si riempie la bocca (e le tasche) a suon di Cover up istituzionali, sbarchi/crash alieni, lampadari, deliri “contattisti”...ecc. ecc.

    Dall’intervista, come dall’introduzione al libro, con citazione delle fonti, emergono i motivi per i quali l’AM abbia gradito una determinata strada per declassificare.
    Certo, la declassificazione di una “attività” pubblica sarebbe buona norma che avvenisse in modo accessibile e gratuito a tutti i cittadini, indipendentemente da richieste individuali… come avvenuto in altri stati… tuttavia, per mancanza di fondi, e di cultura, si è scelto un compromesso tutto sommato non dannoso: Un libro che raccolga i casi come recepiti dalle istituzioni, nulla di più… dunque la critica andrebbe rivolta allo
    SMA (Stato Maggiore dell’aeronautica), piuttosto che agli autori…
    La conversazione ha confermato certi limiti che questo ambiente, endemicamente, emana…
    Tutto sommato abbiamo provato l’imbarazzo di dover spiegare che certe ovvietà, come il fatto che il termine UFO sia male interpretato da quel pubblico “ufologico”… cresciuto guardando in televisione pseudo ufologi che avvalorano “fandonie fantascientifiche” (doppia effe come in fuffologo) e leggendo riviste che, mentre fior di scienziati lavorano per scoprire davvero i misteri del cosmo, pubblicano spazzatura .
    Vista La situazione, viene da parafrasare il “meglio ladro che fotografo” di Ando Gilardi con un “meglio ladro che ufologo”…
    Naturalmente l’ufologia non è tutta così, la maggioranza silenziosa, quella non “postante” giornalmente qualsiasi cagata come astronave, quella non mossa da ritorni economici, affronta il problema della spiegazione di fenomeni inspiegabili con approccio scientifico, ovvero cercando di spiegarli… e nel 99% dei casi ci riesce.
    Questa non è né pubblicità né tanto meno una sviolinata agli autori… rimane la critica di aver commercializzato una “declassificazione” di dati pubblici e l’amarezza di una sorta di “second best” da parte dell’AM… ma niente di illegittimo.
    Avremmo preferito un catalogo di testimonianze on line da parte dell’AM, perché in fondo di un catalogo si tratta avendo riportato gli atti integralmente, senza entrare nel merito… ma probabilmente, la proposta di spiegazioni avrebbe provocato comunque contestazioni sull’interpretazione di quelli  controversi.
    Riportare semplicemente delle testimonianze di avvistamento (per giunta molte delle quali spiegate o spiegabili) scoperchia annose diatribe, questioni e irrazionalità delle quali farne una “colpa” agli autori appare davvero peregrino.

    Piuttosto, in attesa di casi “interessanti” e meritevoli di approfondimento, si prenda atto del valore psico-sociale delle testimonianze rispetto ai tempi ed agli stereotipi collegati, si prenda atto che, mentre parlamentari, nostri rappresentanti (o rappresentanti di una certa “vulgata” ufologica) chiedono a gran voce la pubblicazione delle informazioni in possesso degli organi di stato, circa presunte verità nascoste… et voilà… Signori! Ecco i dossier italiani! …O semplicemente: LA “PROVA” DELL'ASSENZA DI PROVE”!

    Ndr. Di seguito, la trascrizione di un confronto informale avvenuto il 7 maggio 2014 a Roma, adattata dalla forma colloquiale a quella formale per necessità di comprensione, ma nel pieno rispetto dei contenuti:

    ScaricaTrascrizione Confronto con Vincenzo Sinapi ( 07.05.2014 ) pdf


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